lunedì 20 aprile 2009

QUANDO LA LIRICA CHIAMA…



Il pubblico mantovano sembra duplicare il suo proverbiale entusiasmo

Quando la lirica chiama, il pubblico mantovano sembra duplicare il suo proverbiale entusiasmo. Almeno un'ora prima che si aprissero le porte del Bibiena, lo scorso undici gennaio era già una piccola folla di agguerriti melomani a contendersi l'emozione della musica in una lotta all'ultimo biglietto. Merito di una stagione, quella dei Concerti della Domenica organizzati da ArTiCo, che sa conciliare qualità e ospitalità; e merito di proposte che, mai come quest'anno, stanno inanellando uno straordinario filo di eccellenze. Primo appuntamento del 2009, quello con il Galà lirico e con le voci più interessanti del panorama emergente è ormai una splendida tradizione. Filo conduttore e musicista di razza, SEM CERRITELLI al pianoforte assicura agli interpreti e all'ordito delle voci il fondale più suggestivo, la trama ideale di sangue e di poesia, di incanto e di scintille. Sempre stupefacente rimane la sua solida duttilità con cui avvolge ogni singolo temperamento, ne conduce il passo, esaltando fraseggi e intenzioni. Ad una simile giostra di primizie, offerte con impeccabile eleganza, il pubblico ha dato tutto il suo fuoco. Sin dal primo duetto, quello tra SANDRA FOSCHIATTO e CARLO AGOSTINI - entrambi incoronati al Premio Città di Brescia - nel celebre "Là ci darem la mano" da Don Giovanni, gli applausi hanno invaso la partitura. E se la bravura del soprano vicentino rappresentano una garanzia consolidata, una bella sorpresa per la platea virgiliana è stata quella del giovane baritono, capace di legare le frasi in campate ampie e fluide, armato di suoni corposi eppure vellutati. La sua "Vecchia Zimarra" dalla pucciniana Bohème è stata uno dei vertici assoluti del pomeriggio. Un applauso particolare anche ad ELENA SERRA, che ha sostituito con passione a autorevolezza la coreana Jung Sook Choi in "Mon coeur s'ouvre à ta voix" da Sanson et Dalila di Saint - Saens, e all'intensa Butterfly - verginale e inflessibile - di YOON HEE KIM nella sublime "Un bel dì vedremo…". Alle singole personalità e al loro temperamento, si sovrapponeva l'accattivante gioco delle parti di duetti, terzetti e quartetti indimenticabili: "O soave fanciulla" da Bohème, dove accanto alla Foschiatto emergeva un interessante JAE HWAN JEONG Hwan Jeong, l'immancabile "Bella figlia dell'amore" da Rigoletto con Carlo Agostini chiamato quasi in tempo reale a sostituire Lim Bong Suk, vittima di un lieve incidente stradale, l'appassionato "Mario, Mario" da Tosca, con Yoon hee Kim e CHO YOON JIN perfetti nel delineare, in una manciata di minuti, la temperatura dell'opera e la tormentata passione tra i due innamorati. Infine, il terzetto da Cavalleria Rusticana "Tu qui Santuzza", con una Sandra Foschiatto viscerale e minacciosa come non mai. Alle pressanti richieste di un bis, i cantanti hanno risposto intonando in coro l'inno di Mameli; un buon anno che alla vuota retorica dei brindisi ha sostituito la forza del talento.






ELIDE BERGAMASCHI (La lente, Mantova Garda; Febbraio 2009)

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